L’obiettivo di Salvini resta comunque il ritorno al Viminale. Il leader della Lega ha chiarito il suo pensiero rispetto al governo.
“Io credo sia giusto che torni a fare il ministro dell’Interno – avrebbe detto in sintesi nel suo intervento – . Credo è un lavoro che so svolgere, che mi interessa fare, per cui sono finito pure a processo”. Un appello che i suoi eletti, tra plausi e urla di approvazione avrebbero fatto proprio, chiedendo che il leader sia scelto per succedere alla Lamorgerse. Si tratta di una specie di mandato dei neo-eletti, che il partito potrà far pesare sulle trattative in corso con la premier Giorgia Meloni, e gli alleati di Fi.
Il commento a Salvini
Quelle di Salvini “sono state parole di chiarezza, dirette” dichiara uno dei partecipanti al meeting. Una richiesta su cui anche il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari ha espresso il proprio punto di vista: “Ha saputo fare quel lavoro, lo ha dimostrato ed è giusto ci torni”. Poi Salvini avrebbe chiarito che non esistono subordinate: “Non mi interessano altri incarichi, in altri ministeri”. Comunque sia, la discussione sul nuovo governo, sulle caselle, appena iniziata, si dovrà muovere anche su ipotesi altre. Nel dettaglio, pesano i potenziali interventi del Colle a lista dei ministri presentata e le vicende giudiziarie che riguardano Salvini, il processo Open Arms in corso a Palermo.
Qualcuno ricorda ancora le parole dell’avvocato Giulia Bongiorno, che all’inizio dell’iter dei processi per Salvini, alla fine del governo giallorosso, non fa mistero circa il timore per le conseguenze politiche (“I processi sono come brutte malattie”, disse). Di fronte a questi problemi oggettivi il leader della Lega si impunta e prova a fare muro, spalleggiato dagli alleati.